“Transizione (non solo) Ecologica. C’è un nuovo mondo dell’energia da costruire”

 

  • Bernardi: “Ormai sui prezzi del gas vale la regola del per 10: prendere i prezzi dell’anno scorso e aggiungere uno zero. Siamo davanti ad un cambiamento unico della struttura del mercato. Era davvero così imprevedibile?”;
  • Clò: “Crisi energetica poteva essere prevista, ma tutti si sono voltati dall’altra parte. La retorica sulla transizione ecologica ha nascosto alcune verità: che il metano è essenziale e che è necessario che imprese petrolifere riprendano gli investimenti”;
  • Stagnaro: “Concentrare lo sforzo economico del Governo su Imprese e famiglie a basso reddito”;
  • Ricci (Arera): “Vediamo positivamente l’introduzione di clausole che possano favorire investimenti a lungo termine, come anche corrispettivi specifici per clienti finali che vogliano recedere anticipatamente dai contratti a prezzo fisso. Non è facile, ma è uno dei temi su cui lavorare”

 

 

Bologna, 01 dicembre 2021 – Venerdì 26 novembre Illumia ha scelto di dedicare una giornata a un momento di riflessione sulla crisi energetica attuale coinvolgendo stakeholder ed esperti del settore.

“Un anno fa il prezzo del gas era un decimo del valore attuale, questo è un fattore game changer che va studiato e compreso per individuare il più corretto posizionamento sul mercato. Ma la dinamica dei prezzi non è l’unica che caratterizza il mondo energetico in questo periodo. L’altro grande protagonista è la spinta verde, il cosiddetto green deal, fenomeno che impatta non solo il mondo elettrico, ma la vita di ciascuno di noi. È quindi inevitabile davanti a questi avvenimenti chiedersi: cosa ha causato l’aumento dei prezzi? Era veramente imprevedibile? Quanto questa spinta ecologica è ideologica e quanto invece è fondata su dati reali? Come la situazione che stiamo vivendo impatta la tanto auspicata liberalizzazione che attendiamo da tanto tempo?” Così il presidente di Illumia Marco Bernardi aprendo la tavola rotonda davanti ad un centinaio di manager dell’azienda e stakeholder, in programma presso la sede bolognese dal titolo “Transizione (non solo) ecologica. C’è un nuovo mondo dell’energia da costruire”.

 

A rispondere alle domande poste da Bernardi diversi relatori esperti del settore. Tra questi l’ex ministro dell’Industria Alberto Clò, che ritiene la crisi energetica “tutt’altro che inattesa” e che abbia “fatto emergere una serie di questioni che la retorica della transizione energetica ha cancellato dal dibattito pubblico. Una crisi non temporanea ma strutturale che richiede alle imprese e a tutti i soggetti di adeguarsi: dovete riprendere a guardare l’andamento dei mercati e vi accorgerete della fragilità del sistema”.

Rimarcando la drammaticità della situazione attuale e la mancata risposta dei principali attori interessati allo scoppio della crisi, l’ex ministro Clò ha commentato: “Tutti si sono trovati impreparati a capire quello che stava accadendo. Stava avanzando uno tsunami, ma tutti si sono voltati dall’altra parte. E le imprese non possono parlarsi solo tra loro, devono avere come interlocutori il governo e il regolatore, altrimenti gli effetti negativi della crisi ricadono solo su di loro”.

“La retorica sulla transizione ecologica – ha concluso Clò – ha nascosto alcune verità: che il metano è essenziale e che è necessario che imprese petrolifere riprendano gli investimenti. Invece, di questa crisi non si è fatto cenno né nel G20 né a COP26, perché si è ritenuto che fosse meglio non parlarne. Ma esorcizzare la crisi tacendola aggrava le cose, perché non favorisce il confronto tra tutti i soggetti coinvolti”.

Sulla stessa linea di Clò anche Carlo Stagnaro, senior fellow presso l’Istituto Bruno Leoni, che ha sottolineato: “Questa crisi non è un meteorite improvviso come il covid, è una valanga che aveva dato segnali di arrivo anche se nessuno si aspettava un impatto così importante nell’entità degli aumenti. Cosa fare? Bisogna aumentare l’offerta e quindi superare le difficoltà produttive e politiche esistenti. Credo che l’intervento del Governo avrebbe avuto un senso se fosse stato fatto per mitigare un aumento dei prezzi passeggero. Sono convinto che sia più utile concentrare lo sforzo economico del Governo su imprese e famiglie a basso reddito, pensare quindi ad un intervento più mirato”.

 

Anche l’Autorità per l’energia (ARERA) ha partecipato ai lavori, con l’intervento di Massimo Ricci, intervistato da Massimo Bello, Presidente di Aiget. “Vediamo positivamente l’introduzione di clausole che possano favorire investimenti a lungo termine – ha affermato Ricci –, come anche corrispettivi specifici per clienti finali che vogliano recedere anticipatamente dai contratti a prezzo fisso. Non è facile, ma è uno dei temi su cui lavorare”. Bello ha poi chiesto anche una valutazione sulle aste per il superamento della maggior tutela fatte per le piccole imprese. Su questo aspetto, Ricci ha dato una valutazione complessivamente positiva: “Le aste per le Piccole Imprese hanno funzionato, è chiaro che siamo consapevoli di vari aspetti migliorabili, ad esempio il sorteggio. Stiamo lavorando su questo affinché ci sia la possibilità per gli operatori di competere. Lo strumento delle aste si può utilizzare anche per numeri più alti, in vista dei domestici, ma è chiaro che dobbiamo apportare dei miglioramenti.”

 

Nella seconda parte del convegno, sono intervenuti rappresentanti delle associazioni dei consumatori e i rappresentanti dei principali partiti italiani.

“La sfida che abbiamo davanti è anche educativa” ha affermato Gianluca di Ascenzo, presidente Codacons”, sia rispetto ai consumatori, per i quali è necessaria una campagna comunicativa forte, sia rispetto ai fornitori. Su questo secondo aspetto, già 4 anni fa con Illumia abbiamo iniziato lanciando un manifesto di buone pratiche della vendita che ha poi positivamente influenzato anche altri operatori, ad esempio facendo pubblicare i numeri dai quali i potenziali clienti possono essere chiamati”.

 

Anche Marco Vignola, responsabile energia di UNC, si focalizza sul tema della liberalizzazione: “Noi siamo stati d’accordo con l’ultimo rinvio della maggior tutela, ma in quest’ultimo anno, al crescere delle richieste da parte dei nostri associati, abbiamo voluto iniziare a dare una risposta diversa, ovvero un gruppo d’acquisto con un operatore che avremmo selezionato sul mercato libero, e che poi si è rivelato essere Illumia. L’azienda rispondeva infatti pienamente ai nostri criteri: affidabilità finanziaria, 100% energia rinnovabile, la disponibilità ad attivare canali dedicati per la risoluzione per le controversie e una prospettiva di lungo periodo. Non è il solo il prezzo, infatti, l’unica variabile da considerare: i consumatori sono disposti anche a pagare qualcosa in più per un servizio efficiente, di alta qualità, affidabile nella gestione del cliente e con una forte impronta ambientale. Ora il governo deve accelerare sui tasselli mancanti: albo venditori, campagna informativa e difesa dei clienti vulnerabili e in povertà energetica”

 

È poi arrivato il turno dei politici, a partire da Arrigoni (Lega): ““Sta vacillando la narrativa europea basata in modo ideologico sul green deal. Sbagliata la scelta di innalzare il taglio della CO2, di togliere il gas dalla tassonomia, e di puntare troppo sulle rinnovabili senza considerare la loro non programmabilità. In questo scenario è arrivata la crisi dei prezzi del gas e dell’elettricità, per fronteggiare la quale i 2 miliardi stanziati in legge di bilancio sono decisamente insufficienti: ne servono almeno 5 o 6, anche per supportare le medie e grandi aziende che non rientrano negli ultimi interventi fatti. Ora dobbiamo lavorare per ridurre la dipendenza energetica del nostro paese, ad esempio noi importiamo il 95% del gas. Sulla liberalizzazione: va fatta e purtroppo il governo è in ritardo.”

 

Più cauto Benamati (PD): “La crisi soprattutto nel settore gas è profonda, di natura anche strutturale non solo congiunturale, ma il sistema italiano sta tenendo forse meglio di altre realtà europee. Pensiamo a cosa sarebbe successo senza il TAP, tanto bistrattato che ha aiutato la nostra diversificazione dei fornitori e gli stoccaggi. È chiaro che non è ancora sufficiente, occorre ad esempio introdurre anche dei contratti di capacità, sfruttando i tanti punti di connessione di gas che l’Italia ha con l’estero, non c’è solo il Nord Stream2. Servirebbe anche un’Europa unita su questi temi ma purtroppo la geopolitica è un elemento che divide. La liberalizzazione rischia di essere accantonata se non si procede subito con chiarezza ed efficacia ai passi previsti dalla legge concorrenza, perché è chiaro che da gennaio ci sarà una spinta vera per una gestione amministrata dei prezzi.”

 

Anche Bignami (FdI) tira in ballo liberalizzazione ed Europa: “Noi siamo favorevoli alla liberalizzazione, a patto che chi eroga il servizio sia affidabile, soprattutto in questa fase di alti prezzi è importante evitare la proliferazione di soggetti spregiudicati che poi lasciano buchi nel sistema. Sul comportamento dell’Europa, credo si ignori che le risposte alle emissioni non possono arrivare solo dall’Europa stessa; continuare ad autoinfliggerci sanzioni non ci porterà da nessuna parte. Si consideri ad esempio l’accordo sui rifornimenti di gas che nel 2014 siglarono Cina e Russia, pochi mesi dopo che quest’ultima aveva subìto le sanzioni europee. Ci vuole più Europa con meno ideologia green”.

 

Di Maio (Iv) interviene molto decisamente sul fronte fine tutela: “Basta con le proroghe volute da chi ostacola, con la propria azione, la transizione energetica. È il momento di liberalizzare il mercato dell’energia, in attuazione della legge sulla concorrenza voluta dal governo Renzi. È uno degli interventi necessari per affrontare le cause strutturali che hanno portato all’attuale caro bollette. È necessario, poi, aggredire gli oneri di sistema responsabili di appesantire le bollette pagate da cittadini e imprese. Ma per farlo non si deve in alcun modo spostare quel costo sulla fiscalità generale, facendo ancora una volta pagare il conto a famiglie e imprese.”

 

Chiude la tavola rotonda l’intervento di Squeri (FI): “Le date del fine tutela vanno rispettate, noi ci siamo sempre battuti per questo, purtroppo né il governo giallo-verde, né quello giallo-rosso ci hanno seguito. Questo governo sembra volerle rispettare, respingendo già nuovi tentativi del M5S in questi giorni. Bisogna poi cambiare gli obiettivi del PNIEC, dando più spazio alle bioenergie.”

 

 

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